
Un concorso musicale da lui vinto in Francia nel 1831 prevede un soggiorno di due anni a Roma. Tuttavia, l'irrequieto musicista abbandona spesso e volentieri Villa Medici, ribattezzata "la caserma accademica", per fare escursioni nella campagna romana e sulle montagne abruzzesi e conoscere meglio la musica popolare del luogo.
A Genova, a Firenze e a Napoli si reca nei teatri lirici ad assistere alle opere del momento e si abbandona alle suggestioni del paesaggio. Il racconto, nel quale i giudizi tecnici si alternano ad aneddoti divertenti, a riferimenti letterari, a descrizioni della vita quotidiana, fornisce un quadro della situazione musicale e sociale italiana del tempo.
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