Arte di viaggiare - il granchio in frack - Graziella Martina - In viaggio con gli scrittori

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Autore: Francis Galton

Ed io che ero ancora ferma al ‘manuale delle giovani marmotte’ ed invece, è dal 1855 che abbiamo a disposizione questo meraviglioso manuale degli esploratori inglesi dell’Ottocento.
Quando si dice buon sangue non mente, Sir Galton (primo cugino di Charles Darwin), ci regala uno dei lavori di ricerca e documentazione più interessanti mai scritti. Innovativo, acuto, pratico, previdente, intelligente ed attento, se nell’Ottocento volevi organizzare un viaggio non potevi fare a meno di questi utili consigli.
Il volume racchiude le sue esperienze di viaggio e quelle di altri esploratori oltre a tutte le usanze degli indigeni di altri Paesi, inoltre, ci sono disegni esplicativi, tabelle e non solo, Galton indica anche gli indirizzi dei migliori negozi di Londra dove poter acquistare il materiale sportivo e i prodotti utili alla spedizione.
Si capisce che è un libro prezioso sin dalle prime pagine nelle quali, senza girarci intorno, suggerisce come scegliere i giusti compagni di viaggio, ed ecco le dritte: almeno uno del gruppo deve sapere nuotare, uno essere abile nella macellazione; intuizione e curiosità sono doti sopraffine ed utili per la riuscita dell’impresa ma, tra tanti, c’è un pregio che conta più di tutti: la gentilezza. Il buon carattere è fondamentale per mitigare gli scontri, le discussioni, i litigi e gestire la convivenza, sopratutto in viaggi lunghi e in terre ostili.
Ci sono liste dettagliate degli abiti, armi, utensili e cibo da portare con sé, a seconda del numero dei partecipanti, del continente e delle stagioni e poi, ci sono loro, le strane raccomandazioni ed i consigli più buffi che abbia mai letto ad esempio: come insegnare alle mucche a farci da riparo intelligente durante le battute di caccia, come costruire gli occhiali eschimesi per vedere quando si attraversa un paesaggio completamente innevato, come costruire alambicchi per la distillazione con una canna di fucile, come riuscire a procurarsi il miele. Quest’ultima in realtà è la cosa più strana (e crudele) che abbia mai letto: le possibilità erano due, o si catturavano il maggior numero di api per poi cospargerle di farina e seguirne le tracce, o si catturava uno di loro e le si legava una piuma alle zampe per poi seguirla con facilità fino all’arnia. Non credo ci sia nulla di più complicato e folle da fare!
Andando avanti con i paragrafi mi imbatto nell’elenco dei modelli di tende, (non pensavo ne esistessero così tanti tipi), per poi scoprire come costruire un’imbarcazione con qualsiasi materiale riesca a trovare in natura, e se mai mi trovassi sperduta in un bosco al freddo, grazie a Galton saprei come costruire uno delle decine di forni-stufe- fuochi. Il più interessante credo sia quello chiamato forno dei cercatori d’oro, poi ci sono le ‘genialate’ come: usare l’ombrello (chiuso-aperto) per un alfabeto in codice per comunicare anche a distanza; utilizzare le ossa degli animali macellati per alimentare il fuoco quando la legna scarseggia; i segreti per orientarsi usando il sole come orologio e bussola; come cucire un sacco a pelo e come bere la linfa degli alberi quando non si ha più acqua.
Ci sono decine di funghi, arbusti, alghe che si possono utilizzare in molteplici modi, per curare, alimentarsi, difendersi o avvelenare e il manuale ti spiega dove trovarle e come lavorarle. Il settanta percento delle cose descritte sono utili consigli che potrebbero essere seguiti alla lettera anche oggi. Certo, non dobbiamo andare a caccia o nasconderci i gioielli sotto pelle (un modo per non farsi derubare piuttosto discutibile!) o fare le candele con il grasso di animale ma il manuale è interessante per questo, sembra di vedere un documentario di National Geographic condotto da Bear Grylls e dall’uomo primitivo.
“Se avete salute, desiderio di avventura, una piccola fortuna su cui contare ed avete in mente un obbiettivo che non sia considerato irraggiungibile da viaggiatori esperti, allora non esitate a partire.”
Forse per visitare il centro città di New York, di Mosca o Sydney non avremmo bisogno di una bussola ma questo libro, nonostante sia datato, è una vera chicca.

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