Burton - Viaggio a Medina e a la Mecca - Sonia Kucler - Graziella Martina - In viaggio con gli scrittori

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Commento di Sonia Kucler a:

Richard F. Burton "Viaggio a Medina e a La Mecca"
Ibis – Como-Pavia 2009 - A cura di Graziella Martina
Titolo originale:
Personal narrative of a Pilgrimage to Al- Medinah and Meccah (1855- 56)

Ho letto con vero piacere il libro di R. F. Burton Viaggio a Medina e a La Mecca, nella traduzione di Graziella Martina. Stupisce sia la prima traduzione in italiano dopo più di un secolo dalla morte! Esso apre una grande finestra sull’epopea dl viaggio ottocentesca verso l’Oriente e insieme sulla personalità di Burton, inglese spregiudicato e amante del rischio all’ennesima potenza. Mi è parso che il lettore debba correre quasi costantemente su due percorsi paralleli: capire e immaginare gli orizzonti sconosciuti dei luoghi attraversati e vissuti da B. e stare dentro la testa di B. mentre vive e scrive quei fatti, spesso come folgorato dall’immensità delle sue esperienze. In tal modo “quei” luoghi così acutamente descritti possono diventare veri e reali per il lettore, un’esperienza di conoscenza profonda (memorabile per me la descrizione del deserto).

Un terzo binario ci porta inevitabilmente alle connessioni con l’oggi, il mondo arabo come lo conosciamo attraverso varie fonti, specialmente mediatiche, attraverso il terrorismo, le facce dei migranti, la vita dei mussulmani in occidente, fianco a fianco nella nostra vita quotidiana. B. riporta con un linguaggio senza arzigogoli le cose che vede, che sente, che intuisce in particolare passa dalla cronaca di viaggio alle note etnografico-antropologiche sulle abitudini degli Arabi e dei beduini, palesemente affascinato dal deserto e dall'unicità delle implicazioni fisiche ed esistenziali che esso imprime nella vita umana. Interessante, ancora oggi, le sue considerazioni sulla vita cittadina che valuta artificiale, luogo in cui l'individuo perde vitalità fisica e mentale. La vita nel deserto invece esalta il corpo nella sfida quotidiana con la morte   e muove < le energie dell'anima>.

Burton mi si è rivelato come viaggiatore coltissimo ma primitivo insieme, capace di farmi percepire in poche righe cos’è l’essenza del mondo (per lui il Bene supremo è la Natura), donarmi la sua prodigiosa capacità di penetrare i fenomeni - siano essi individui, resti archeologiche o territori - e di trasmettermeli in una forma rapida ma elegante.

Lodo la traduttrice visto che il testo è una riduzione del corposo testo originale che si aggira sul migliaio di pagine.




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