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La vita errante - Graziella Martina - In viaggio con gli scrittori

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La vita errante

Ibis I edizione 2002
Titolo originale

La vie errante







Stanco di Parigi, dell'atmosfera caotica della città invasa dal mondo intero in occasione dell'Esposizione universale, Maupassant decide di andare alla ricerca del sole, del mare e dei profumi dei paesi del sud. Parte da Cannes con il suo yacht Bel Ami per un periplo del Mediterraneo, l'ultimo della sua vita. È ammalato, ma è deciso a gustare fino in fondo la libertà di camminare ancora una volta in mezzo agli antichi tesori della Sicilia e ai suoi abitanti, così diversi da quelli che ha lasciato nella capitale. Le sue osservazioni e riflessioni sono accompagnate da un sentimento di partecipazione alla vita delle persone che incontra.

Poi, fa rotta verso l'Algeria e la Tunisia e le costeggia entrambe prima di raggiungere Kairouan, dove rimane estasiato davanti alla grande moschea. I due paesi sono oggetto di un'analisi antropologica, sociale ed economica e non mancano le annotazioni critiche sul governo coloniale francese.




"I tratti severi / sulle banchine d’Algeri / nelle strade dei villaggi e nelle pianure del Tell / sulle montagne del Sahel”, e se per caso lo state pensando diciamo subito che no, non si tratta di un inedito di Franco Battiato, e la maliziosa divisione in strofe non appartiene al testo originale, La vita errante, titolo che potrebbe far davvero pensare a un testo rimasto nel cassetto e invece appartiene a un Guy de Maupassant, pubblicato e reperibilissimo (Ibis editore, 195 pp., 9,80 euro). Ma il giochino non è gratuito, anzi, è utilissimo a sottolineare la qualità alata che connota in particolar modo la seconda parte di questa raccolta di scritti dello scrittore francese in viaggio tra Italia e nord Africa pubblicati su Le Figaro, sul Gil-Blas, sulla Nouvelle Revue e su L’Echo de Paris tra il 1885 e il 1890, e che va dai capitoli “Algeri e Tunisi” fino a “Verso Kairouan”. Raramente capita di leggere un racconto di queste latitudini tanto lieve e ricco di osservazioni libere da tutto ciò che grava oggi su quei luoghi, tra convenzioni folkloristiche e risapute banalità, al punto che sorprende – e ristora – leggerne un resoconto alieno ai nostri vizi, e che è un vero esercizio dello sguardo.    continua...
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